La nutrizione rientra tra i trattamenti per il cancro. Sono dimostrati i benefici della nutrizione nel trattamento oncologico.
Il 27 gennaio 2025, l’AIOM (www.aiom.it, Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha rilasciato le nuove linee guida intitolate “Il supporto nutrizionale nel paziente in terapia attiva”. La creazione di queste raccomandazioni ha richiesto un percorso lungo, iniziato nel 2016 con una dichiarazione congiunta di AIOM, FAVO e SIMPE riguardante la “Carta dei diritti del paziente oncologico all’appropriato e tempestivo supporto nutrizionale”. Questo è stato seguito nel 2017 da un documento del Ministero della Salute intitolato “Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici”. Nonostante gli sforzi delle società scientifiche e del Ministero della Salute, l’approccio nutrizionale nei pazienti oncologici rimane ancora variegato e spesso inefficace nelle nostre strutture ospedaliere.
La malnutrizione influisce negativamente sulla qualità della vita dei pazienti, diminuisce la capacità di tollerare i trattamenti, peggiora la prognosi, prolunga i tempi di ricovero e incrementa i costi sanitari complessivi
come si manifesta il problema
Calo ponderale, cachessia e sarcopenia caratterizzano la malnutrizione nei pazienti oncologici. La malnutrizione determina calo ponderale e riduzione della massa magra, metabolicamente attiva, riducendo anche la funzionalità fisica della persona.
Inizialmente, la diminuzione dell’assunzione di cibo è causata da malessere e inappetenza. Anche gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici come nausea, mucosite, ulcere del cavo orale e diarrea possono ridurre l’alimentazione. I disturbi provocati dal tumore stesso, come dolore, occlusione intestinale e malassorbimento, contribuiscono al problema.
La diminuzione dell’apporto alimentare si accompagna a uno stato infiammatorio causato dalle cellule tumorali. Nel tempo si manifesta perdita di massa muscolare a causa dell’aumentato consumo di nutrienti e dell’impoverimento dei tessuti corporei. Lo stadio finale è lo stato di cachessia, caratteristico delle fasi terminali nei pazienti oncologici.


La valutazione dello stato nutrizionale dei pazienti dovrebbe avvenire sin dalla prima visita oncologica. Al momento della diagnosi, i pazienti possono aver già perso tra 1 e 10 kg. Oltre alle misurazioni antropometriche, è fondamentale analizzare anche la composizione corporea e la funzionalità dei pazienti. Lo scopo è avviare tempestivamente trattamenti nutrizionali appropriati, prevenendo così la comparsa di malnutrizione conclamata.
È necessario programmare nel tempo un monitoraggio dello stato nutrizionale. Periodicamente deve essere valutato l’apporto alimentare spontaneo e l’efficacia e la fattibilità del supporto nutrizionale stabilito per il paziente.
Prendersi cura del paziente: un approccio vincente
Nella maggior parte dei tumori, il deterioramento muscolare (sarcopenia) e l’eccesso di grasso corporeo sono collegati a una maggiore tossicità dei trattamenti oncologici e a un peggioramento della prognosi. Valutare la composizione corporea potrebbe fornire un supporto nutrizionale adeguato anche ai pazienti esclusi dallo screening nutrizionale basato su BMI e perdita di peso, che li classifica come a basso rischio di malnutrizione. Strumenti come la TC, la Dexa e la bioimpedenziometria permettono questa valutazione, e il loro uso regolare potrebbe migliorare in modo significativo gli esiti dei trattamenti oncologici.
Il supporto nutrizionale dovrebbe essere valutato all’avvio dei trattamenti oncologici attivi (terapia medica o radioterapia).
Benefici della nutrizione e trattamento oncologico
Il supporto nutrizionale perioperatorio può essere efficace nel miglioramento del recupero dei pazienti sottoposti a chirurgia per un tumore del tratto gastrointestinale.
Gli interventi nutrizionali raccomandati sono progettati per incrementare l’apporto calorico e proteico, con l’obiettivo di contrastare la sarcopenia e la perdita di peso. Nel corso degli anni, sono stati esplorati vari approcci alimentari, come digiuni o restrizioni dietetiche, basati sull’idea che il tumore si alimenti dei cibi assunti dal paziente. Tuttavia, nessuno di questi metodi ha dimostrato di essere efficace. Analogamente, i regimi che simulano il digiuno non hanno mostrato miglioramenti nella tolleranza ai trattamenti chemioterapici.
Un regime dietetico a basso contenuto calorico può essere suggerito ai pazienti in sovrappeso o obesi durante il trattamento attivo, insieme all’incoraggiamento dell’esercizio fisico. Tuttavia, mancano attualmente studi clinici controllati che ne dimostrino l’efficacia.
La cura del paziente dovrebbe includere trattamenti personalizzati e integrati, combinando le migliori terapie mediche disponibili, un adeguato supporto nutrizionale, sostegno psicologico e assistenza sociale.
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Ultima modifica 17/02/2025